Gli Stati Uniti sono il 13° mercato di collocamento per la frutta fresca made in Italy. Nel quinquennio 2012/2017 hanno fatto registrare un incremento delle importazioni dall'Italia nell'ordine del +46,4%, nonostante la battuta d’arresto dell'ultimo anno (-14,3%).
Nello stesso periodo, le vendite della frutta negli Stati Uniti sono aumentate del +2,8% (retail, istituzionale e foodservice), probabilmente grazie alla crescente attenzione alla salute e alla dieta dei consumatori americani.
Per quanto concerne le categorie merceologiche, nel quinquennio 2012/2017:
- il mercato degli agrumi, gestito per lo più dai produttori locali di California e Florida, è quello che ha fatto segnare la maggiore battuta di arresto, con le vendite di pompelmi, in calo del 17,9% e le arance e i mandarini del 19,9%. Solo i limoni e i lime hanno mantenuto una crescita positiva (+3,5%);
- le fragole continuano ad essere un prodotto molto apprezzato da parte dei consumatori americani, con le vendite in cresciuta del 22,2%;
- il kiwi ha evidenziato un calo dello 0,8%, a causa della diffusione di un batterio molto aggressivo che ha portato a significativi cali di produzione in tutti i principali paesi produttori (Italia, Nuova Zelanda, Cile).
Particolare attenzione merita il settore della frutta biologica, il cui consumo è in crescita del 27% in volume e del 32,9% in valore.
Completano il Report la ripartizione delle vendite per canali di acquisto ed un'analisi sulle prospettive di acquisto della frutta nel mercato americano per il periodo 2017/2022.
Export & Mercati è una collana di approfondimenti realizzata dall'Ufficio Studi e Ricerche di Fondosviluppo per l'Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione e Mercati di Confcooperative, nell'ambito degli strumenti e dei servizi a supporto di processi di internazionalizzazione delle cooperative associate.
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