A fronte di queste criticità, tuttavia, il consumo interno di frutta è in ascesa. Come si evidenzierà meglio nella sezione successiva, lo è da diversi anni e le prospettive a medio termine parlano di ulteriori incrementi. Dal punto di vista dell’export, quindi, gli elevati tassi di crescita della popolazione e il connesso fabbisogno alimentare avevano spinto i governi ad aprire le frontiere fin dall’inizio del decennio, con acquisti massicci dall’estero.
Il boom della frutta Made in Italy, basato principalmente sulle mele, è durato fino a tutta la prima metà del 2013/2018 e ha riguardato soprattutto Egitto e Algeria, che nel momento di picco hanno acquistato rispettivamente intorno ai 95 e ai 40 milioni di euro. Successivamente le importazioni sono diminuite drasticamente di anno in anno. L’Egitto ha chiuso il 2018 con poco meno di 28 milioni di euro, mentre l’Algeria ha azzerato il suo commercio dopo il 2016.
Appare più stabile nel lungo periodo il mercato della Tunisia che con 1 milione 588mila euro, nonostante la flessione tra 2017 e 2018, è ancora al di sopra dei valori del 2015.
Il Marocco invece rappresenta sotto molti aspetti un’eccezione al quadro regionale fin qui delineato. Paese relativamente stabile e in crescita, possiede inoltre un vasto comparto agricolo, che ormai da un decennio è in fase di potenziamento e di diversificazione attraverso il piano di investimenti Maroc Vert (“Marocco Verde”). Tra gli obiettivi del programma c’è il conseguimento di produzioni di qualità e in grado di competere sul mercato interno così come sui mercati esteri.
Dando uno sguardo alle altre componenti della frutta fresca e alle esportazioni di frutta trasformata, si tratta di appendici o comunque di nicchie rispetto al commercio principale di frutta fresca. È assente verso tutti e 4 i paesi un export di agrumi nonostante, come si vedrà, l’elevato consumo interno. Fanno eccezione gli agrumi trasformati, che raggiungono i valori più alti in Algeria e Tunisia.
Anche la frutta congelata presidia scarsamente i commerci. In questo caso vi è però convergenza con gli esiti dell’analisi dei mercati interni, che rileva una domanda (modesta) solo in Egitto. Le conserve (ex frutta a guscio), mercato nascente in tutta la regione e con discrete prospettive, superano il milione di euro di export in Tunisia. Hanno poi beneficiato di una ripresa nei 4 paesi tra il 2017 e il 2018.
Infine, la frutta a guscio conservata genera tendenzialmente valori limitati, ma è prossima ai 2 milioni di euro in Egitto, dove ha quasi raddoppiato il dato del 2017.
Completano il rapporto un'analisi approfondita per i 4 mercati oggetto dello studio (Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia) per canali di distribuzione (retail, foodservice e institutional), politiche di prezzo, prodotti da agricoltura biologica e equo solidale, variazione delle vendite attese nel prossimo breve termine.
Export & Mercati è una collana di approfondimenti realizzata dall'Ufficio Studi e Ricerche di Fondosviluppo per l'Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione e Mercati di Confcooperative, nell'ambito degli strumenti e dei servizi a supporto di processi di internazionalizzazione delle cooperative associate.
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