La pasta e il riso sono stati, soprattutto nella fase iniziale della pandemia da Covid19, tra i prodotti più venduti in Svezia. Un sondaggio annuale sulle abitudini alimentari dei consumatori svedesi condotto da Food&Friends ha riportato che tra i piatti più consumati durante la settimana c’erano gli spaghetti alla bolognese.
Questo giustifica, in parte, l’aumento delle importazioni di questi generi alimentari che continuano a crescere di anno in anno e che vede l’Italia consolidare il suo ruolo di principale fornitore in Svezia, con un valore complessivo al 2020 di circa 70 milioni su un totale di 126,5 milioni di euro (copre il 55% delle importazioni complessive).
Seguono, distaccate, la Germania con 13,3 milioni di euro, la Repubblica di Corea con 6,5 milioni di euro e la Thailandia con 5 milioni di euro.
In linea generale, si evidenzia un aumento generale delle importazioni provenienti da tutti i Paesi, ad eccezione della Francia (-1% rispetto al 2019), con valori sopra la media per la Repubblica di Corea (+57%) e la Lituania che fa registrare un +20%.
La pasta secca è stabilmente in cima alle preferenze dei consumatori con volumi di vendita nell’ultimo anno pari a 52,2 migliaia di tonnellate e ricavi pari a circa 1453 milioni di SEK (143,5 milioni di euro).
La pasta fresca, invece, continua ad avere un ruolo marginale, anche se i suoi consumi continuano a salire, registrando volumi pari a 4 migliaia di tonnellate e un valore di 304,6 milioni di SEK (30,1 milioni di euro).
Da segnalare, infine, come le vendite del riso, a fronte di quantitativi inferiori rispetto alla pasta secca pari a 46,4 migliaia di tonnellate, in termini di valore generino un volume d’affari ben superiore e pari a 1601,7 milioni di SEK (158 milioni di euro).
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Export & Mercati è una collana di approfondimenti realizzata dall'Ufficio Studi e Ricerche di Fondosviluppo SpA per l'Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione e Mercati di Confcooperative.
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