Il mercato del vino in Giappone si è sviluppato negli anni Settanta con un ritmo costante fino ai primi anni Duemila in cui ha avuto una battuta di arresto. A partire dal 2009, tuttavia, ha ripreso a crescere a livelli significativi.
Attualmente, circa un terzo della domanda nazionale è soddisfatta da produzioni interne, in parte costituite anche da vini sfusi importati per poi essere imbottigliati da aziende giapponesi e rivenduti con propri marchi commerciali. Si segnala, tuttavia, un trend crescente di aziende giapponesi produttrici di vini che provengono esclusivamente da vigneti nazionali.
I restanti due terzi dei consumi sono coperti dalle importazioni. Se nel 2019 l’import complessivo aveva raggiunto quota 1.484,5 milioni di euro, nel 2020 gli effetti della pandemia da Covid19 hanno fatto registrare una battuta di arresto del -9% in volume (attestandosi a 259 milioni di litri di vino) e del -14% in valore (1.252,9 milioni
di euro).
L’export del vino italiano in Giappone ha seguito, sostanzialmente, la stessa tendenza del mercato, facendo registrare una contrazione del -15% rispetto l’anno precedente per un valore di 149,3 milioni di euro (siamo tornati ai livelli del 2016), che riporta l’Italia al terzo posto tra i Paesi fornitori, dietro a Francia e Cile.
Completano il Report un'analisi sull'andamento dei consumi, le performance dei principali canali di acquisto, le fascie di prezzo per tipologie di prodotto (Rosso, Bianco, Rosé e Sparkling Wine), le quote di mercato per volume dei maggiori brand, le previsioni di acquisto nel prossimo medio periodo (2021 - 2025).
Export & Mercati è una collana di approfondimenti realizzata dall'Ufficio Studi e Ricerche di Fondosviluppo SpA per l'Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione e Mercati di Confcooperative.
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