La dieta dei cinesi, per quanto riguarda la scelta tra pesce o carne, è marcatamente influenzata dalla distribuzione geografica della popolazione. Nelle grandi metropoli costiere prevale infatti il consumo di pesce mentre la Cina più interna si nutre principalmente di carne. Il grado di sostituibilità tra i due alimenti è, quindi, relativamente basso.
PESCE FRESCO E NON TRASFORMATO: il 60% del consumo di pesce e frutti di mare freschi e non trasformati ha origine nel retail, contando 26,5 milioni di tonnellate nel 2019. I volumi di commercio al dettaglio sono cresciuti di +3,7% rispetto al 2018 e di +25,3% se si guarda al quinquennio appena trascorso. Anche per il futuro (quinquennio 2019-2024) si prevede un trend positivo (+12,1%); come tutte le altre proiezioni presenti nel report si tratta tuttavia di un dato elaborato pre-covid, non essendo ancora possibile stimare il prossimo impatto della crisi pandemica sul comparto ittico.
Un ulteriore 28,5% di vendite ha riguardato i canali foodservice (es. ristoranti), con 12,7 milioni di tonnellate, mentre l’ambito institutional (principalmente mense, aziendali e non) conta 5,2 milioni di tonnellate e un calo dei consumi (-2,1% sul 2018 e -6,1% sul 2014).
In relazione al totale dei consumi (44,4 milioni di tonnellate), si evidenzia una porzione di prodotto biologico pari allo 0,7% (poco più di 310 mila tonnellate). Nel 2014 era lo 0,4% mentre è previsto il raggiungimento di quota 1,0% entro il 2024.
Più da vicino per i canali retail, i pesci rappresentano il 63,8% delle vendite 2019 (16,9 milioni di tonnellate), seguiti da molluschi (25,0%) e crostacei (11,2%). Tutte e tre categorie hanno visto uno sviluppo dei consumi negli ultimi anni, con punte di +27,4% nel quinquennio per i pesci e di +4,6% nell’ultimo anno per i crostacei.
PRODOTTI ITTICI TRASFORMATI – Sebbene tradizionalmente risenta della concorrenza del fresco, giudicato dai cinesi più naturale e nutriente, il comparto del pesce e dei frutti di mare trasformati sta conquistando sempre più spazio. Ciò è vero in particolare per la categoria dei surgelati, che ha avuto, nel 2019, vendite per 406 mila tonnellate a retail e per 394 mila tonnellate nei canali foodservice.
Dal punto di vista del trend, i consumi di prodotti surgelati hanno sperimentato una crescita piuttosto sostenuta, a cominciare dal foodservice (+12,3% sul 2018 e +73,6% sul 2014).
In prospettiva (elaborazioni pre-covid), il 2019-2024 i dati sono sul fronte delle conserve ittiche +15,7% a retail e +22,4% a foodservice, mentre nel segmento surgelati rispettivamente +4,8% e +71,9%, confermando il ruolo trainante dei canali della ristorazione.
Completano il report:
- Peso del commercio al dettaglio: retail, foodservice e institutional
- Volume e valore retail, foodservice e institutional per categorie di prodotto: crostacei, pesci, molluschi, surgelati, refrigerati e conservati
- Volume e valore retail tra prodotti confezionati e sfusi
- Pricing: pesci, crostacei e sfusi
- Valore vendite retail per tipologia di surgelati
- Distribuzione di prodotti ittici trasformati per singoli canali retail
- Quote di mercato a valore retail per brand di prodotti conservati e surgelati
- Pricing e packaging per conservati e surgelati
- Focus sul mercato dei prodotti ittici ad Hong Kong
Export & Mercati è una collana di approfondimenti realizzata dall'Ufficio Studi e Ricerche di Fondosviluppo per l'Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione e Mercati di Confcooperative, nell'ambito degli strumenti e dei servizi a supporto di processi di internazionalizzazione delle cooperative associate.
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